L’arte di tatuare non è un semplice disegnare sulla pelle.

Essa comporta un’azione traumatica nei confronti della pelle, che viene punta con un certo numero di aghi per migliaia, o addirittura decine di migliaia di volte durante l’operazione di tatuaggio.

Ogni volta che l’ago entra ed esce dalla pelle vi deposita un microscopico quantitativo di colore, insieme al suo solvente, tracce del liquido che si usa per detergere la pelle stessa e un po’ della crema che serve ad ammorbidirla.

Sebbene durante il tatuaggio il rischio di infezione sia essenzialmente più basso rispetto ad una sala operatoria, dove le persone vengono sottoposte ad operazioni chirurgiche con perdita consistente di sangue e fluidi corporei, anche noi tatuatori dobbiamo porre particolare attenzione ai protocolli sanitari ideati per ridurre a ZERO la contaminazione incrociata, ovvero lo scambio di batteri ed altri agenti patogeni da tatuato a tatuato.

La nostra stessa ULSS determina e dichiara severamente alcune norme igienico-sanitarie imprescindibili per lo svolgimento professionale dell’attività di tatuatore, prova inequivocabile della assoluta importanza di rivolgersi a professionisti trasparenti e preparati.

Per lo svolgimento dell’attività, infatti, deve essere acquisita preventiva idoneità sanitaria, nel attento rispetto delle succitate norme. Qui di seguito ne riporto alcune di fondamentali:

i locali devono avere pavimenti e superfici rivestiti con materiali impermeabili e facilmente lavabili, prevedendo distinti aree per l’attesa, l’esecuzione delle pratiche, la conservazione dei materiali puliti e sterilizzati e del materiale monouso, la detenzione dei presidi e dei materiali sporchi;

deve essere disponibile un’area dotata di attrezzatura completa per la sterilizzazione dei materiali;

deve essere disponibile uno spazio attrezzato con lavandino non manuale per il lavaggio delle attrezzature/utensili (diverso dal bagno – per esempio un lavandino particolare nella postazione di esecuzione);

devono essere sempre presenti guanti monouso e mascherine di protezione oltre a camice monouso anche senza obbligo di sterilità

IMPORTANTE: previa verifica obbligatoria, l’ULSS rilascia un apposito certificato di conformità igienico-sanitaria, bene che sia esposto pubblicamente.

Inoltre qualora lo studio si avvalga di più tatuatori professionisti, ciascuno dovrà poter operare in locali o spazi delimitati (tipo box) distinti, tra loro non comunicanti.

Dalle disposizione dell’ULSS e anche grazie ad una abbondante manciata di buon senso etico e professionale, si comprende chiaramente quanto sia necessario quindi che tutto il materiale e l’attrezzatura che si usa per fare un tatuaggio sia assolutamente monouso, sterile e pulito.

Inoltre è veramente di vitale importanza che questa pratica sia effettuata in un ambiente idoneo, pulito, periodicamente disinfettato con prodotti per l’alta disinfezione: tali prodotti vanno ciclicamente sostituiti, per contrastare l’insorgere di batteri resistenti alle sostanze attive.

Ecco quindi le 8 regole FONDAMENTALI per vivere serenamente la splendida esperienza del tatuaggio e per evitare al 100% ogni tipo di spiacevole controindicazione:

  1. Verificare attentamente che il tatuatore lavi accuratamente le sue mani e gli avambracci.
  2. Accertarsi che il tatuatore pulisca e disinfetti molto bene la zona che si va a tatuare.
  3. Tutto ciò che si tocca durante l’esecuzione dovrà essere pulito, opportunamente disinfettato e possibilmente mascherato con la pellicola trasparente:
  4. Il tatuatore dovrà indossare indumenti idonei (guanti MONOUSO, camice, ecc) ed essere pulito nella sua persona (anche se non è necessario né richiesto che si vesta come un neurochirurgo!)
  5. Chiedere al tatuatore quali attrezzature monouso utilizzerà e verificare che l’apertura della confezione sterile avvenga nell’esatto momento dell’operazione (NO attrezzi già pronti!!!)
  6. Chiedere al tatuatore quali sono i suoi strumenti riutilizzabili e verificare che sia presente e utilizzato un adeguato sistema di sterilizzazione (come l’autoclave, ecc.)
  7. Controllare che l’ambiente sia adeguatamente pulito ed eventualmente chiedere rassicurazioni al tatuatore
  8. Accertarsi che al termine dell’operazione, il tatuatore medichi con disinfettante e crema adeguata il tatuaggio e che lo copra con una pellicola o garza a sua protezione.

Tutto ciò che verrà utilizzato per eseguire il tatuaggio, come colori, crema, tappini, tovagliette, aghi e tubi (questi ultimi se monouso) verrà gettato e smaltito come rifiuto speciale.

Gli strumenti riutilizzabili dovranno essere immersi in un bagno chimico che sterilizzerà questi ultimi a tutela dell’operatore che poi li laverà accuratamente prima in bagno a ultrasuoni e poi a mano, quindi li metterà ad asciugare perfettamente, li imbusterà e quindi li sterilizzerà con una adeguata macchina, detta AUTOCLAVE.

Una volta fatto il tatuaggio e medicato adeguatamente a cura del tatuatore, la “palla” passa al tatuato, che dovrà, specialmente nei primi tre o quattro giorni, attenersi alle indicazioni che dovrà fornire sempre il tatuatore o piercer, per evitare infezioni o altre “disgrazie”, che anche se non propriamente letali potrebbero portare anche a rovinare il tattoo.

Le regole igienico-sanitarie prescritte per l’esecuzione del tatuaggio, valgono anche per l’operazione di piercing, ma va posta maggiore attenzione alla sua cura, avendo tempi di guarigione decisamente più lunghi (30 o 60 giorni).

Quando nel 2001 partì il primo corso IN EUROPA di abilitazione sanitaria per tatuatori e piercers, coscienti della fondamentale importanza dell’argomento, noi del Voodoo Tattoo Club eravamo presenti (io ero uno dei partecipanti). In tale sede aiutammo attivamente i medici a definire un protocollo che potesse soddisfare la necessità di preservazione dell’igiene e della salute del tatuato e del tatuatore.

Il nostro studio segue orgogliosamente e naturalmente ogni aspetto del protocollo di igiene sanitaria:

E’ mia personale soddisfazione poter dichiarare di utilizzare da sempre il protocollo igienico-sanitario, risultato di studi e ricerche personali, oltre alla collaborazione diretta e costante con medici dermatologi, unita ad una buona dose di buonsenso!

E posso affermare che in 29 anni di attività come tatuatore i problemi di salute associabili alla mia attività sono stati assolutamente pari a ZERO.

Max Mantoan